Inail, online il report su infortuni e malattie professionali del primo quadrimestre 2021

Denunce per infortunio in crescita dello 0,3%. Il 9,3% di queste con esito mortale, mentre sono in preoccupante aumento anche le patologie di origine professionale segnalate all’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione Infortuni sul Lavoro.

È consultabile nella sezione “Open data” del sito dell’INAIL una serie di dati analitici inerenti il primo quadrimestre del 2021. Nel documento sono contenuti numeri riguardo le denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale  presentate all’Istituto entro il mese di aprile. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (aprile 2020 vs aprile 2021) e  “di periodo” (gennaio-aprile 2020 vs gennaio-aprile 2021). Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2021, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.

Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. Il confronto tra il primo quadrimestre del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza ed è da ritenersi poco significativo a causa del “fenomeno Coronavirus” che ha introdotto, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta “tardività” nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi, ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con i primi mesi del 2021.

Gli open data mensili per il periodo gennaio-aprile 2020 non quantificano, infatti, un rilevante numero di “tardive” denunce (in particolare mortali) da contagio Covid-19, che sono state acquisite dall’Istituto solo nei mesi successivi alla fotografia scattata il 30 aprile dello scorso anno, data la circostanza non sempre chiara, emersa soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell’emanazione della circolare Inail del 3 aprile 2020 n. 13, di ricondurre la natura dei contagi da Covid-19 a infortunio sul lavoro (in quanto la causa virulenta è equiparata alla causa violenta) e non a malattia professionale. Per una quantificazione più consolidata dei dati infortunistici dell’anno 2020 si rimanda pertanto alla Relazione annuale del Presidente dell’Inail del prossimo 19 luglio, corredata anche da un’appendice statistica, in occasione della quale saranno presentati tutti i dati aggiornati al 30 aprile 2021.

Ciò premesso, nel periodo gennaio-aprile di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, ancora una piccola diminuzione delle denunce di infortunio in complesso, un aumento di quelli mortali e una risalita delle malattie professionali. Mentre i dati del primo bimestre di quest’anno presentano un calo rispetto ai primi due mesi del 2020, quelli del periodo marzo-aprile sembrano registrare aumenti generalizzati rispetto allo stesso periodo del 2020 per tutte le variabili oggetto di osservazione (modalità di accadimento, gestione, territorio, ecc.).

Le denunce d’infortunio segnalate all’Inail


Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di aprile sono state 171.870, in diminuzione di 449 casi (-0,3%) rispetto alle 172.319 del primo quadrimestre del 2020. La diminuzione dello 0,3% dell’intero periodo è la sintesi di un calo delle denunce osservato nel primo bimestre gennaio-febbraio (-12%) e di un aumento nel secondo bimestre marzo-aprile (+17%), nel confronto tra i due anni.

I dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento solo degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un calo pari al 3,3%, da 19.660 a 19.011, al contrario dei casi avvenuti in occasione di lavoro, che presentano un lieve aumento dello 0,1%, da 152.659 a 152.859. Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 2,3% nella gestione Industria e servizi (dai 142.256 casi del 2020 ai 145.569 del 2021) e del 7,4% in Agricoltura (da 7.651 a 8.218), mentre è diminuito del 19,3% nel Conto Stato (da 22.412 a 18.083).

Tra i settori economici si distingue ancora per numerosità degli eventi il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale”, che nel primo quadrimestre di quest’anno presenta comunque una diminuzione del 25% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto al pari periodo del 2020, sintesi di un +162% del primo bimestre e di un -72% del secondo bimestre. Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-13,5%), al contrario delle Isole (+8,4%), del Sud (+7,1%), del Centro (+6,5%) e del Nord-Est (+6,3%). Tra le regioni, i maggiori decrementi percentuali sono quelli di Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Trento, Piemonte e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono stati rilevati in Molise, Basilicata e Campania.

La lieve flessione che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2020 e del 2021 è legata alla sola componente femminile, che registra un -10,3% (da 74.878 a 67.155 denunce), mentre quella maschile presenta un incremento del 7,5% (da 97.441a 104.715). La diminuzione ha interessato i lavoratori italiani (-1,6%) e quelli comunitari (-2,0%), al contrario degli extracomunitari (+9,7%). Dall’analisi per classi di età emergono cali solo tra gli under 20 (-31,5%) e nella fascia tra i 40 e i 54 anni (-1,5%), con incrementi per quella tra i 20 e i 39 anni (+9,6%) e tra gli over 55 (+4,0%).  

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I casi mortali


Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di aprile sono state 306, 26 in più rispetto alle 280 registrate nel primo quadrimestre del 2020 (+9,3%) e in linea con quelle del primo quadrimestre 2019 (303 eventi mortali). Il confronto tra il 2020 e il 2021, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio Covid-19, in particolare del mese di marzo 2020, entrate negli archivi solo nei mesi successivi alla fotografia scattata il 30 aprile 2020. Si fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo un più o meno lungo periodo di tempo intercorso dalla data del contagio.

Ciò premesso, a livello nazionale i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano per il primo quadrimestre di quest’anno un decremento solo dei casi in itinere, passati da 60 a 48, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 38 in più (da 220 a 258). L’aumento ha riguardato tutte e tre le gestioni assicurative dell’Industria e servizi (da 253 a 263 denunce), dell’Agricoltura (da 15 a 25) e del Conto Stato (da 12 a 18). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Nord-Est (da 51 a 66 casi mortali), nel Centro (da 44 a 56) e al Sud (da 62 a 87). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 104 a 80) e nelle Isole (da 19 a 17).

L’incremento rilevato nel confronto tra i primi quadrimestri del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 256 a 277, sia a quella femminile, passata da 24 a 29 casi. L’aumento riguarda solo le denunce dei lavoratori italiani (da 237 a 267) ed extracomunitari (da 27 a 28), mentre calano quelle dei lavoratori comunitari (da 16 a 11). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi per gli under 40 (-15 decessi), mentre tra gli over 40 si segnala l’aumento nella fascia 50-64 anni (da 143 a 172 casi).


I rilievi Inail sulle malattie professionali


Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo quadrimestre del 2021 sono state 18.629, 3.861 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+26,1%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 154% in quello di marzo-aprile, nel confronto tra i due anni. Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia, con denunce in costante decremento nel confronto con l’anno precedente.

L’incremento ha interessato le tre gestioni Industria e servizi (+24,9%, da 12.231 a 15.278 casi), Agricoltura (+34,2%, da 2.365 a 3.175), Conto Stato (+2,3%, da 172 a 176) e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+8,9%), Nord-Est (+34,8%), Centro (+31,8%), Sud (+31,1%) e Isole (+1,9%). In ottica di genere si rilevano 2.851 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 10.759 a 13.610 (+26,5%), e 1.010 in più per le lavoratrici, da 4.009 a 5.019 (+25,2%). In aumento sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 13.716 a 17.281 (+26,0%), sia quelle dei comunitari, da 362 a 410 (+13,3%), e degli extracomunitari, da 690 a 938 (+35,9%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo quadrimestre del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.

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