Città smart: così i semafori tecnologi sono autonomi nel regolare il traffico

La tecnologia è sempre più intorno a noi: si tratta di un vero e proprio dato di fatto, che dovrebbe spingersi a considerare ovviamente in misura maggiore l’impiego di applicazioni e altri strumenti digitali che potrebbero tornare utili nella vita di tutti i giorni. L’evoluzione tecnologia ha coinvolto qualsiasi campo possibile e immaginabile: si va da quello dell’intrattenimento, con la possibilità di divertirsi con i gratta e vinci online, fino a quello della medicina, passando per quello dei lavori pubblici e della sicurezza.

Non è un caso, in effetti, che nel corso degli ultimi tempi si senta sempre più di frequente parlare di città smart e semafori intelligenti. Ebbene, tutti sappiamo che i semafori tradizionali esistono già da quasi un centinaio di anni e sono dotati di tre colorazioni principali, ovvero verde, giallo e rosso, con cui vanno a regolare il flusso del traffico.

I semafori più recenti

Ebbene, i semafori di nuova generazione, denominati anche smart, sono stati realizzati avendo in dotazione una serie di sensori che li rendono in grado di regolare e impostare le luci in relazione al quantitativo di vetture che si trovano nei pressi del semaforo. I semafori smart hanno fatto un balzo importante in avanti ultimamente anche in termini di diffusione, sia entro i confini italiani che in ambito internazionale.

Ormai, si fa fatica a contare anche sulle dita di una mano i progetti che riguardano le smart city, oppure che hanno ad oggetto la costruzione di strade intelligenti, sempre nell’ambito di quelli che vengono chiamati ITS, ovvero Intelligent Transportation Systems.

Come funzionano i semafori intelligenti

Come abbiamo detto, al centro del sistema di funzionamento di questi semafori intelligenti, che potranno dare una mano in futuro ad aumentare la sicurezza all’interno delle strade, ci sono degli appositi sensori. In alcuni casi, possono anche delle semplici spire induttive che vengono in pratica inserite all’interno dell’asfalto, ma in realtà si può trattare di radar, pulsanti pedonali oppure di telecamere che sono collegati ai pali, che vanno a inquadrare la strada con l’unico scopo di ottenere delle informazioni e di individuare e identificare le vetture e chi si trova al suo interno.

In poche parole, una volta che i vari semafori hanno raccolto tutte queste informazioni, ecco che vanno a incrociare con quelle che sono già presenti nel proprio database, in maniera tale da garantire il migliore funzionamento possibile. Giusto per fare un esempio, se un semaforo stabilisce che è più conveniente restare sul verde per un tempo maggiore, lo fa semplicemente per via del fatto che non stanno arrivando delle auto piuttosto che dai pedoni da strade dal senso opposto all’incrocio. In questo modo, anche il flusso del traffico non viene spezzettato e non si creano code. In quest’ottica, l’introduzione del semaforo con il contasecondi nel 2018 non è che l’antipasto di una serie di novità hi-tech.

I semafori intelligenti, però, non si limitano a rendere il deflusso del traffico più regolare e ad evitare gli incidenti, dal momento che hanno dei sensori che sono in grado di anche di provvedere alla raccolta di un gruppo importante e variegato di informazioni in merito alla qualità dell’aria, piuttosto che in relazione all’inclinazione del terreno, alla ricerca di eventuali vibrazioni che potrebbero far presagire dei disastri ambientali a breve termine. Insomma, si tratta di dati utilissimi, che possono senz’altro essere di grande impatto nella salvaguardia dell’ambiente, ma anche della vita delle persone e della circolazione delle auto sulle varie strade, così come per una maggiore protezione dei pedoni. Insomma, il futuro inevitabilmente andrà a orientarsi sempre più verso delle soluzioni smart e interconnesse, che riescano a garantire un’efficienza e un’efficacia maggiore davvero ad ogni livello possibile e immaginabile.

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