La formazione ai tempi del coronavirus

A cura di Luigi Ferrara – Presidente Confassociazioni Sicurezza e di A.N.CO.R.S. “Associazione Nazionale Consulenti e Responsabili Sicurezza sul lavoro”


A causa del nuovo coronavirus e dell’infezione da esso causata Covid-19, la formazione in Italia è stata la prima attività che si è fermata, ad eccezione della formazione a distanza, ed a tutt’oggi è impensabile una ripresa in tempi brevi delle attività in aula.

Per comprendere cosa comporta questo blocco, è bene fare una panoramica generale sul settore della formazione.

Il settore della formazione: una panoramica

Il settore della formazione nel nostro paese è composto da circa 35.000 enti di cui 6.000 accreditati presso le regioni.

La media del fatturato annuale, è di circa 500 mila euro per ente e la forza lavoro impiegata nel settore è di circa 1 milione di occupati tra dipendenti e liberi professionisti.

Il mercato della formazione è costituito da 4 segmenti:

  • formazione finanziata;
  • formazione auto finanziata;
  • formazione privata;
  • formazione aziendale.

Come riprendersi dal blocco causato da Covid-19?

Di fatto fermando un settore in costante crescita, solo pochi mesi fa un rapporto della società di ricerche Knowledge Sourcing Intelligence, calcolava che il valore globale del mercato dell’istruzione virtuale passerà dai 188 miliardi di dollari del 2019 ai 320 miliardi nel 2025.

Per rimettere in moto il settore ci vuole una tempestiva azione del Governo.

Per questo motivo assieme ad Angelo Deiana Presidente di Confassociazioni, confederazione che raccoglie 612 associazioni professionali e d’impresa che rappresentano oltre 1 milione di professionisti iscritti di cui circa 209 mila imprese, abbiamo nei giorni scorsi inviato una lettera al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Sen. Nunzia Catalfo e al Ministro della Salute Dott. Roberto Speranza, per richiedere in tempi breve l’adozione di misure da attuare, nell’immediato, per non fermare la formazione a i lavoratori e alle lavoratrici in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

Tutta la formazione online

Per rendere attuabile ciò, ci siamo permessi di suggerire come misura a costo zero la stesura di una circolare ministeriale che, in deroga al D.lgs. 81/08 e agli Accordi Stato Regione s.m.i. consenta l’erogazione di formazione a distanza in modalità sincrona ed asincrona per tutti i corsi di formazione in salute e sicurezza sul lavoro, ad eccezione dei corsi di prima formazione che prevedono un addestramento pratico.

Questa misura avrebbe un quadruplo vantaggio:

  1. Snellire nella fase di ripresa dal coronavirus i tempi formativi per le aziende;
  2. Consentire ai lavoratori di formarsi nonostante il COVID19
  3. Creare opportunità di lavoro per i professionisti del settore altrimenti costretti alla stasi per il divieto disposto dal DPCM;
  4. Contribuire alla costruzione di un nuovo modello formativo che, nel futuro prossimo venturo , possa diventare una costante in grado di soddisfare le esigenze dei lavoratori in termini di efficacia e di efficienza.

A conferma di quanto sia gradita la formazione a distanza tra le aziende e i lavoratori vi è l’alto numero di iscrizioni che abbiamo ricevuto sulla nostra piattaforma masterfad di ANCORS attivata gratuitamente grazie al progetto di Solidarietà Digitale promosso dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, tra lavoratori, aziende e professionisti: in poco più di 15 giorni oltre 1500 iscrizioni per un totale di 5000 corsi avviati.

Dopo la nostra lettera si è subito mosso qualcosa, la Regione Veneto in deroga agli Accordi Stato-Regioni e al D.lgs 81/08 e s.m.i. ha emanato una circolare che autorizza la formazione a distanza.

La Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 31 marzo ha sancito un nuovo accordo consentendo la formazione a distanza sia sincrona che asincrona per tutti i corsi che rilasciano qualifiche regionali, come ad esempio i corsi per gli Operatori Socio Sanitari ed infine anche il microcredito ha esteso tale facoltà per i corsi destinati agli immigrati del progetto FASI. Adesso si attende un intervento del Governo che armonizzi ed estenda a tutti i settori ed in particolar modo al settore sicurezza sul lavoro tale possibilità.

Fase 2: fondamentali le misure di sicurezza

Finché non avremo trovato una cura o un vaccino in grado di fermare il contagio da coronavirus, dovremo convivere con questo drammatico problema e nella fase 2 anche se liberi da restrizioni, dovremo adottare modelli di comportamento inediti affinché non ci vengano imposti nuovi stop.

L’Imperial College di Londra, immagina una proporzionalità diretta tra i posti disponibili in terapia intensiva e la severità delle restrizioni sulle libertà personali a quali dovremmo sottostare.

Più andremo verso la saturazione dei posti letti in ospedale più dovremo tirare il freno. E la formazione dovrà per forza di cose migrare online, attivando soluzioni sia sincrone che asincrone.

Certo, non sarà tutto digitale: prove pratiche, laboratori e addestramento saranno in presenza.

Si tratterà di regolare il traffico dei discenti, ovvero costruire un nuovo ibrido di formazione in cui la formazione a distanza interseca le attività di aula, determinando un cambio di pratiche e di filosofia, con una didattica riprogettata, potemmo offrire una maggiore efficacia ai lavoratori, alle aziende e a tutti gli utenti.

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