Apnee ostruttive del sonno, le ricadute sul lavoro secondo l’Inail

Molto diffusa ma poco diagnosticata, l’apnea ostruttiva del sonno, nella sua forma cronica ha un impatto significativo sui sistemi sanitari pubblici, con costi diretti e indiretti dovuti a riduzione di produttività e invalidità da incidenti stradali o lavorativi. Ecco lo studio Inail.

Coinvolge tutte le fasce d’età e riguarda sia uomini che donne, anche se è più frequente nei primi, dai 40 agli 80 anni, con un picco intorno ai 50. Secondo stime recenti, colpisce il 27% della popolazione italiana adulta nella forma moderata-grave, e il 54% in quella lieve e medio-grave, ma solo al 4% della prima tipologia viene diagnosticata e soltanto il 2% segue un trattamento sanitario per venirne a capo. Alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno è dedicata una scheda realizzata dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail, consultabile sul portale dell’Istituto, che ne analizza cause e implicazioni economiche e sociali, non tralasciando di fornire indicazioni utili per la diagnosi, la cura e la prevenzione.

Dalla sindrome anche altri disturbi come diabete, ipertensione arteriosa, aritmie e cambiamenti dell’umore. La sindrome delle apnee ostruttive del sonno, spesso associata a obesità e ad alterazioni metaboliche come il diabete, è determinata da episodi brevi e ripetuti di chiusura parziale o totale delle vie aeree superiori durante il sonno. Le interruzioni del flusso aereo determinano una riduzione della ossigenazione nel sangue, sforzi addominali e microrisvegli cerebrali. A ciò vengono associati anche altri segni e sintomi notturni e diurni, conseguenti alle alterazioni del ciclo del sonno e alle variazioni emodinamiche e cardiovascolari, riscontrabili soprattutto in aumento della pressione arteriosa, aritmie cardiache, ma anche in infarto, ictus e malattia coronarica. Altre conseguenze possono essere depressione e cambiamento d’umore, con conseguenze negative sulla vita quotidiana personale e di relazione.

Le conseguenze sulla salute dei lavoratori dell’apnea ostruttiva del sonno. Come rilevato nel factsheet, questa patologia cronica, oltre ai rischi per la salute individuale, comporta anche gravi ripercussioni sulla sanità pubblica e sulle variabili economiche, ossia costi diretti o indiretti. Nei primi rientrano i costi sanitari, come l’accertamento diagnostico, la cura della patologia e delle comorbilità associate e i ricoveri in ospedale. Anche i costi indiretti, di rilevanza sociale, hanno il loro onere, perché comportano riduzione della produttività lavorativa e invalidità permanente causata da incidenti stradali o sul lavoro. Viene inoltre rilevato che questi disturbi del sonno, a causa della fatica cronica e dell’eccessiva sonnolenza diurna, determinano minore produttività e maggiore assenteismo.

Per prevenire, controllare il peso, evitare fumo e alcol e praticare sport. Dopo aver analizzato l’associazione della sindrome ad altri disturbi e condizioni patologiche, la scheda passa a individuare i principali segni e sintomi, da quelli tipici come russamento e sonnolenza a quelli meno comuni come reflusso gastro-esofageo e laringospasmo. Indica i principali accertamenti diagnostici e prospetta i possibili interventi di cura, suddividendoli in trattamenti non chirurgici, come la ventilazione meccanica, e chirurgici, quali rimozione di tonsilli e adenoidi. Come misure di prevenzione, viene consigliato di seguire le norme di igiene del sonno, come ad esempio evitare alcolici nelle ore precedenti il riposo notturno, limitare l’assunzione di sonniferi e tranquillanti, evitare pasti abbondanti. Inoltre, si suggerisce di controllare il peso, abolire il fumo e svolgere una sana e regolare attività sportiva.

Fonte: INAIL

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