Sicurezza, quintessenza per lo sviluppo delle imprese italiane protagoniste di Industria 4.0

Il tema della security all’interno delle imprese e delle attività di manager e professionisti 4.0, ha assunto negli ultimi anni una valenza più ibrida e trasversale rispetto al tradizionale concetto di sicurezza sul lavoro regolamentato in Italia da precise normative a protezione della salute dei lavoratori.

In un mercato sempre più dinamico e interconnesso in cui tra pochi anni condivideremo le nostre attività con forme di intelligenza artificiali in grado di ridurre i rischi connessi al lavoro, dobbiamo allora ripensare la definizione di sicurezza secondo gli orizzonti di Impresa 4.0, Internet delle cose (IoT), Blockchain, Cyber Sicurezza e Big Data.

Ma come cambia il concetto di sicurezza nella Quarta Rivoluzione Industriale? Quali tecnologie potremo integrare nei nuovi progetti produttivi per valorizzare il capitale umano e per condividere in rete l’economia della conoscenza e della consapevolezza? Ridisegnare i paradigmi che legano capitale, lavoro e futuro sembra quindi essere il punto di partenza per comprendere il ruolo chiave della sicurezza a livello globale, permettendo ad Industria 4.0 – ad esempio nella gestione dei processi produttivi d’impresa – di rilevare la presenza di un operatore in un’area sensibile grazie a dispositivi indossabili (cellulare, tablet o smart watch).

Se da un lato, per raggiungere livelli di sicurezza sempre più elevati e distribuiti, è indispensabile studiare un modello di interazione tra uomo e macchine in grado di ottimizzare le prestazioni di lavoro, dall’altro è necessario utilizzare soluzioni digitali come robotica, 3D Printing e realtà aumentata direttamente nelle imprese. In questo percorso, la digital innovation diventa una tecnologia abilitante per rendere più sicuri i luoghi di lavoro, ma anche per capitalizzare la capacità di elaborazione e di analisi dei dati a supporto del controllo e delle decisioni dell’uomo. A questo proposito, anche il Parlamento comunitario ha recentemente trasmesso alla Commissione europea una risoluzione che sollecita la definizione di nuove disposizioni legate ai rapporti tra uomini e intelligenze artificiali per individuare in modo chiaro future responsabilità in caso di incidenti causati dai robot.

«Siamo nel Futuro 4.0, bellezza!» e la sicurezza deve tenere il passo.

Come ultimo aspetto, ma non meno importante, la grande opportunità di controllare le linee produttive, di ridisegnare le logiche di magazzino e di predire i guasti industriali, espone ogni giorno le organizzazioni connesse alle reti aperte di Fabbrica 4.0 a rischi di cybercrime in grado di bloccare flussi economici, di intercettare transazioni, di sottrarre dati di rilevanza nazionale o, per così dire, solo di bloccare le tradizionali linee produttive.

Investire in una security innotech sempre più integrata tra automazione e risorse umane, significa realizzare quella parte di algoritmo necessario non solo a proteggere le persone, ma anche i dati e le infrastrutture aziendali necessarie per competere con un “codice sorgente” virale. Per tutti.

«Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi la televisione. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse». È il cyberspazio creato dagli uomini e in cui vivono le macchine.

A noi scegliere quali dispositivi di sicurezza installare sulla nostra Nabucodonosor per affrontare il viaggio che porterà le imprese e i manager 4.0 a diventare protagonisti di questa rivoluzione in cui le intelligenze artificiali sono i nuovi attrezzi del mestiere.

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